Il culto di sé e l’ostentazione del proprio status socio/economico è un trend topic che pare non conoscere crisi sui Social Media. Negli ultimi dieci anni sono spuntati come funghi canali di youtuber, instagrammer, tiktoker e co. che indefessamente producono contenuti che glorificano un modello di vita basato sull’accumulazione compulsiva di beni esclusivi, sul raggiungimento di traguardi personali fondati esclusivamente sull’estetica dell’apparire, sulla celebrazione dell’opulenza più sfrenata. Modelli di vista decisamente inarrivabili per la stragrande maggioranza dei comuni mortali che popolano il pianeta Terra, tuttavia in grado di produrre seguiti oceanici di subscriber devoti che, pur lontani anni luce dall’appartenere alla sfera elitaria dei loro beniamini mediatici, sperano forse di avervi un giorno miracolosamente accesso per osmosi e, da bravi proseliti, con assoluta abnegazione, replicano per come possono, nel loro piccolo, il modello di riferimento debitamente scalato. Il risultato è pura pornografia del lusso, un inno allo spreco, un tripudio assoluto di narcisismo e nichilismo, insostenibile a livello ecosistemico prima ancora che socioculturale ed etico. Tuttavia, i pilastri del neoliberismo su cui si regge l’intero sistema capitalistico contemporaneo, a quanto pare poggiano le proprie solide fondamenta proprio su di una larghissima base di consenso popolare, che, in modo totalmente irrazionale, non solo tollera, ma celebra il modello stesso che li condanna ad una vita miserevole basata su una chimera.